critiche


Italo Carlo Sesti 
da "Scena Illustrata" del settembre 2001
Raccoglimento, sovrumani silenzi, interiorità grave e grave tenerezza e anche sorrisi di comunione, accostano per certi aspetti l'arte di Giorgio Sperotto all'arte indiana e cinese... per cui la somiglianza esteriore del mondo fisico è essenziale, come la realtà dell'oggetto materiale serve a comunicare la realtà invisibile dello spirito. Come dire che per dare una autentica forma di conoscenza all'opera bisogna illuminarla con il raggio dell'anima di chi la esegue e questo deve essere pronto a ricevere la luce che emana dalle cose visibili e invisibili.
Le fonti ispirative di Giorgio Sperotto vanno ricercate nelle autentiche culture di popoli "primitivi". Successivamente, dopo le esperienze acquisite, studi fatti con l'impegno che lo contraddistingue, le sue opere si disfanno di quell'eccesso di arcaismo di tanti anni fa, per consentire allo sguardo di spaziare verso aspetti formali e sculturali dell'arte egizia e greco-etrusca e mettere al centro del suo interesse professionale le proporzioni del corpo umano, che prendono forma da quelle generatrici della natura.  Ideali di bellezza classica, dunque, elaborazioni accurate in legno, pietre scelte e ferro, denotano una felice svolta di liberare la forma e dare alle sue opere, siano esse dipinti o sculture, una espressione più attuale.
Pittore e scultore di molti aspetti, tutti degni di considerazione:luci e ombre, toni e tinte, volumi e spazi.
Ogni sua opera è sottoposta a leggi precise, inviolate.  Il disegno è matematica pura, umiltà e fatica, ubbidienza, religione, che non concede nulla alla piacevolezza.
Egli molteplicemente grande artista e poeta, poeta sempre, col pennello, con lo scalpello o con la penna dell'amore umano e divino esprime in figure plastiche la bellezza terrestre e celeste.
E' un uomo così pieno di contrasti, di un'anima altissima misteriosamente e tragicamente sconvolto e complicato, che ogni volta che un tema qualsiasi lo scalda, non può che ascendere fino alla Poesia.



Salvatore Perdicaro
da "l' Elite" Selezione arte italiana
In ogni manifestazione creativa di Giorgio Sperotto emergono doti straordinarie di fantasia e di trasfigurazione, che mediano con originalità una sensibile percezione di soggetti, acutamente riferiti a problematiche esistenziali, sociali ed etiche d'ampio respiro culturale.
Artista dalle infinite possibilità espressive, conosce molte tecniche ed usa materiali di varia estrazione che talora ricava da elementi naturali.
La sua arte, estrosa e moderna, rende palpabili i contenuti mediante un attento studio compositivo e un simbolismo d'universale fruibilità.



Lia Umberta Biagi
"Il Resto Del Carlino"
"...La profonda malinconia di una sapiente "religiosità" terrena,   
trasuda da una riproposizione delle maternità, delle umanissime nascite, che si riscoprono nelle intersezioni di trasparenze materiche, di piani speculari, di superfici raggruppate.
E' la "quantità" dei toni, sempre accuratamente dosati, che fornisce la chiave interpretativa dei costanti equilibri, delle armonie riesumate, dallo spazio trattenuto fra sovrapposizioni d'immagini.
Ma più che le accumulazioni e compressioni cromatiche è il "non detto" che colpisce e che comunica.
Costruzione mediata e ricercata dell'espressione inconscia di tutte le culture: grumi di memorie antiche, quasi un'allegoria alchemica di angosce imprigionate..."



Rino Boccaccini
"Voce di Ferrara"
Alla galleria "Duchi 'Este" mostra di prestigio del pittore vicentino Giorgio Sperotto.
Si tratta di un surrealismo nato dalla feconda immaginazione di un artista sensibile.  Ha contorni e caratteri originali.  Si nutre di un discorso pittorico che Sperotto porta avanti con vigoria e coerenza e di significazione.
E', per molti aspetti, la problematica angosciosa del nostro tempo che soffre di una deserta solitudine d'ideali e che, fra tante inquietudini, cerca disperatamente una riva, un approdo.
Opere di grande impegno che hanno forza psicologica ma anche chiara aderenza con la realtà che ci attornia.






Luciano Sanson
"Il Piccolo" Giornale di Grado
Dalle sue opere emerge chiaramente il sostrato di una precisa formazione culturale, quella classica.  Perciò il naturale stimolo trova tuttavia un deciso contemperamento, appunto, in quella sua sentita necessità di interpretare anche sperimentalmente il significato delle cose.  Ne deriva che le sue creazioni costituiscono una armoniosa sintesi sia sul piano del linguaggio grafico che su quello della tonalità cromatica.
Egli dimostra che, nella pittura, grafia e sintassi sono elementi fondamentali per garantirne l'autenticità.



Guido Bellinetti
L'artista Sperotto è nei quadri o nelle sculture?
Nelle due forme della sua arte è, evidente il contrasto, la diversità della tensione, i piani contrari su cui poggia la luce emozionale.
Ecco il motivo della domanda.  Nella pittura le composizioni ritmiche, specie nel disegno e nei valori cromatici, vengono offerte con profonda concentrazione spirituale: le macchie di colore, gli sfondi, le sezioni, le campiture, i piani, le velature, i volti fascinosi, i simboli turbinanti, tutto trova la sua armonica collocazione e l'insieme si compone nella dolce o inquietante, totale visione onirica.  Si tratta di opere di alto calore spirituale che si avvantaggia del supporto della bravura e della ispirazione dell'artista che fa sublimare il significato del suo lavoro e ne fa un canto, ora melodioso ora dissonante, ma sempre euforico.
Nella scultura invece la chiave dominante non è nell'insieme, ma nel particolare che risulta sempre forzato, mai dolce (braccia lunghissime, ginocchia enormi, mani polifemiche), avviluppato ad altri parossistici uniti da frasi materializzate che appesantiscono la forma, la comprimono, la aggrovigliano, la  intersecano, dando una immagine poche volte piacevole.
Se però, andiamo oltre l'elementare significato concettuale di "scultura", specchio della natura sensibile, per giungere al vero concetto, allora lo spiacevole si fa evanescente, le forzature si ricompongono e si armonizzano sul rigo del vuoto e del pieno, nel gioco delle ombre e delle luci.  Persino il volto umano, elemento essenziale di comprensione classica dell'anima, perde il suo senso di imitazione e ricomquista quello di istrumento di introspezione e di offerta di emozione psicologica.
Su questo piano e cioè sul piano puramente artistico Sperotto pittore di sintesi e Sperotto scultore di analisi  canta con un solo ammaliante suono.



Alessandro Conte
Solida base culturale e di congeniale fantasia creativa.
Esperto e buon conoscitore del colore ne cura i toni con appropriato sincronismo, tanto da crearne i piani e l'armoniosità tematica su cui pone ed imposta le sue opere.
Taluni le definiscono elaborate da un'anima inquieta e tormentata, mentre si può facilmente notare che tutto il suo operare è impostato su accurati tempismi e schematismi che in fondo evidenziano con quanta sensibilità egli esterni il suo pensiero, la sua vitalità eccentrica, velata talvolta da una percepibile malinconia.
Cultore di una figurazione surrealista ne porta innanzi il discorso con impegno e serietà, tanto da trarne da questa costante ricerca di un linguaggio dialettico tutto personale, che talvolta sfiora l'astrazione, ne evidenzia le forme con la sua capacità tecnica superando gli inutili schematismi: aggrazia l'opera riuscendo ad infonderla in chi ne osserva i contenuti, creando la tensione che porta alla buona valutazione.


G.Mugnone 
da "Galleria Veneta"
...Pittura che si regge su un impianto surreale e su una calda, emotiva e ben dosata composizione di colori.  Ed è con i colori che Sperotto dà risalto al suo mondo interiore (dolci malinconie fra pessimismo e esaltazione?) con un segno sicuro, chiaro e preciso.
L'effetto è notevole per la sapiente costruzione che l'artista svolge tra figura e contorno.



G.P.Resentera
...A voler esplicitare la sostanza del dipingere di Giorgio Sperotto, parleremmo del conflitto tra irruenza segnica e volontà di chiarire e chiarirsi, di farsi sempre più intellegibile .
Per cui da un fondo informale e materico salgono frammenti, barlumi figurativi, segno di un discorso che non ambisce di chiudersi negli intellettualismi d'elite, ma vuol farsi "popolare", senza per questo rinunciare alla proprioa complessità, dalle ascendenza chiaramente surrealistiche.  Conflitto stilistico, che, d'altra parte, esprime una visione della vita fondata sulla lotta, sulla netta contrapposizione di dolore e di gioia, di solitudine e di comunicazione, ma sempre in crescere-se pur mai definito-da solitudine e dolore a gioia e comunicazione.  Ciò è evidenziato dal fatto che dalla contorsione di oscure forme, instabili e graffiate, emergono e mani e volti umani, i quali, nel linguaggio simbolico dell'artista, esprimono il culmine di questa sorta di "evoluzione" morale individuale e sociale insieme.
In questo senso si può parlare di una sorta di pedagogismo, dell'esigenza cioè che sente l'artista di portare anche il "fruitore" del suo quadro a "leggere" quello che la sua ispirazione aveva intuito e indicato; c'è quindi in Giorgio Sperotto sempre il bisogno d'indicare all'interno della propria opera-seppur-"aperta" alle infinite interpretazioni dello spettatore-una pista interpretativa, che poi i vari titoli s'incarnino di sintetizzare.  Quanto alle sculture, diremo che il percorso è analogo . Come infatti la pittura sale da un fondo caotico e informe alla figura, seppur trattata per cenni, così anche nello scolpire Giorgio Sperotto "accetta" la realtà del tronco, con le sue articolazioni, le sue venature, i suoi nodi, per tentare di farne uscire, e sempre per opposizione, l'immagine latente, che dica di un bene, un equilibrio a fatica conquistato.



L.Fraccalini-E.Buda
da "La Vernice"
...Vi è da mettere in evidenza anche come egli cerchi di realizzare, quasi di fisicizzare il suo pensiero mediante una impostazione cromatica di disarmonica concordanza sì da dare valore plastico allo stridore di due momenti coloristici e mettere in essere una immagine che è riflessione del suo pensiero.
Una certa condizione di tormento, di ansia, di evidenziazione dell'ambiente è data proprio da questo incontro-scontro di colori tarttati con disinvolta naturalezza eppure capaci di creare "atmosfera" e sensibilità espressiva.



Fulvio Monai
Pittore aggiornato e attento agli umori del nostro tempo. Si avverte chiaramente che ha assorbito la lezione informale, senza perdere di vista i paradigmi della neofiguralità. Ed è senza dubbio con buone virtù di mestiere che ha perfezionato e sviluppato la propria visione, influenzata dalle condizioni dell'uomo d'oggi sempre in bilico tra speranza e incertezza.
Sperotto non può indugiare nella denuncia nè compiacersi della protesta, perchè il culto della bella pagina pittorica lo porta su strade diverse, e tuttavia è ben presente nei suoi dipinti il complesso dei sentimenti che animano il mondo attuale.  La serenità della contemplazione emerge dal gusto delle stesure delicate e dalle raffinate velature con le quali Sperotto tratta aspetti della realtà naturale, ma sull'immagine trasfigurante dell'oggetto incombe subito il volto umano, realisticamente inteso nei suoi lineamenti.  In una espressione di corruccio o di malinconia.
La creazione artistisca si sposta così dal terreno della soggettivazione a quello della rappresentazione, ma senza squilibri formali: al contrario è proprio il linguaggio che funge da mediatore accomunando ogni elemento in una sola atmosfera che i valori cromatici definiscono nettamente.  Dal misurato uso del colore, in una vasta gamma tonale di grigi, gialli, verdi teneri e rosati discende in sostanza il carattere di questa pittura che, senza urti e senza intenti corrosivi, propone le inquietudini d'oggi in un civile discorso non privo di efficacia.